Dieta chetogenica: di cosa si tratta?


Spesso il termine chetogenesi è erroneamente associato a quello di dieta iperproteica, generando molta confusione, poiché i due approcci dietetici sono invece totalmente diversi.
La chetogenesi è la via metabolica che porta alla produzione di corpi chetonici a partire da una molecola che si chiama Acetil-CoA, molecola che viene prodotta dalla beta-ossidazione degli acidi grassi.
Ok ammetto che a questo punto qualche lettore non amante della chimica avrà già voltato pagina, ma in pratica la chetogenesi consente di bruciare grassi a scopo energetico, che è il principale fine di tutte le cellule del nostro corpo, per rimanere in vita. Dunque la chetosi è legata al metabolismo dei grassi e non delle proteine.
Fatta questa doverosa premessa, in soldoni la dieta chetogenica a scopo dimagrante consiste in un regime a basso apporto calorico (VLCD – very low calory diet), diciamo intorno alle 800-900 calorie, vi è un normale e fisiologico apporto di proteine (circa 1g/kg), allo scopo di preservare la massa muscolare, e un ridotto (attenzione, ridotto e non nullo) apporto di carboidrati. In questo modo si costringe il corpo a utilizzare i grassi di riserva come fonte di energia grazie alla beta-ossidazione.
I prodotti finali di questa via metabolica sono appunto i corpi chetonici, che hanno un effetto euforizzante e INIBISCONO la fame; in questo modo si riesce a mantenere un regime molto rigoroso senza soffrire.
Questo tipo di dieta permette il raggiungimento del peso desiderabile in tempi più brevi rispetto alle diete ipocaloriche tradizionali (una media di 1-1,5 Kg a settimana, con variazioni dovute al sesso, alla corporatura e all’attività fisica individuale) senza che venga intaccata la massa muscolare che viene invece mantenuta in salute mediante un apporto proteico adeguato e ben studiato per ogni singolo individuo.
Scusate se lo sottolineo nuovamente, ma è davvero importante memorizzare che l’apporto giornaliero di proteine è rigorosamente rapportato alle esigenze di ogni singolo individuo: non si tratta dunque di un regime  iperproteico ma NORMOPROTEICO, con l’introduzione di proteine ad alto valore biologico.
L’adeguata presenza di proteine impedisce che vengano utilizzate le proteine di riserva (quelle del muscolo) e fa sì che la perdita di peso sia a quasi totale carico del tessuto adiposo; inoltre, l’effetto saziante delle proteine e la presenza dei corpi chetonici derivati dall’utilizzazione dei grassi di deposito interagiscono affinché la sensazione di fame, sempre presente nelle diete ipocaloriche tradizionali, non venga più percepita a partire dal 2° – 3° giorno di dieta.
Durante questo regime i carboidrati non vengono del tutto eliminati e l’apporto di almeno 40-50 grammi al giorno di glucidi evita l’eccessivo abbassamento del metabolismo basale che non permetterebbe, in seguito, il mantenimento del peso desiderabile raggiunto.
Naturalmente la dieta chetogenica rappresenta un metodo transitorio dopo il quale, gradualmente, è previsto il ritorno ad un corretto stile alimentare, tradizionalmente basato su un accurato bilanciamento fra i vari nutrienti (carboidrati, proteine e grassi).
Per questo motivo la dieta proteica prevede, alla fine della fase di dimagrimento, una fase di transizione, che deve durare quanto quella di dimagrimento. Questa fase serve a reintrodurre gradualmente tutti gli alimenti prima esclusi, e a riattivare il metabolismo per mantenere nel tempo i risultati raggiunti.
Take home:   1) si tratta di una dieta NORMO PROTEICA
2) i grassi non fanno male come vogliono farci credere
3) soprattutto in diete di questo tipo mai fare il fai da te!

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